Questa, che le mie forme eterne rende

Questa, che le mie forme eterne rende
e a cui con grato error volgi le ciglia,
opra gentil, sia pegno eterno, o figlia,
dell'amor che per te saldo m'accende.
E se il tuo cor, che sì felice apprende,
non più la voce mia regge o consiglia,
non ti doler; poiché ardimento ei piglia
dal tuo senno maturo, e in alto ascende.
Che se al colmo di gloria andar tu vuoi,
lungi da me che breve corso adempio,
avrai nobil cimento ai voli tuoi;
tale il ciel ti donò splendido esempio,
in questa ove tu sei reggia d'eroi,
d'ogni eccelsa virtude asilo e tempio.
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